Rezension über:

Emma Nicholson: Philip V of Macedon in Polybius' Histories. Politics, History, and Fiction, Oxford: Oxford University Press 2023, VIII + 391 S., e-book, ISBN 978-0-19-195767-3, GBP 100,00
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Rezension von:
Monica D'Agostini
Università degli Studi di Bergamo
Redaktionelle Betreuung:
Matthias Haake
Empfohlene Zitierweise:
Monica D'Agostini: Rezension von: Emma Nicholson: Philip V of Macedon in Polybius' Histories. Politics, History, and Fiction, Oxford: Oxford University Press 2023, in: sehepunkte 23 (2023), Nr. 11 [15.11.2023], URL: https://www.sehepunkte.de
/2023/11/38056.html


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Emma Nicholson: Philip V of Macedon in Polybius' Histories

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Il volume propone l'analisi storiografica e il commento storico di una selezione di passi su Filippo V di Macedonia tratti dalle Storie di Polibio. Il nucleo originale del lavoro è la tesi di dottorato che Emma Nicholson ha scritto a Newcastle tra il 2012 e il 2015, rivista e integrata nel corso degli anni successivi con il supporto di illustri studiosi di Polibio. Benché Nicholson si proponga di mettere in discussione le nostre conoscenze storiche su Filippo V, questo libro non è una biografia storica, bensì uno studio storiografico che evidenzia la visione polibiana del sovrano e l'agenda morale e politica che Polibio adotta e segue nel ricostruirne e analizzarne le vicende. I sei temi attorno a cui si articola il volume sono una mappa che Nicholson offre per decodificare la fonte polibiana - attualmente per noi la più informata su Filippo V - così da leggerla con una prospettiva più equilibrata e conscia del contesto politico che l'ha prodotta e influenzata. Gioca inoltre un ruolo chiave il progetto educativo di Polibio, che aderisce e propaga i valori dell'élite greca con intento morale e didattico.

In questo orizzonte storiografico Emma Nicholson non è sola nel mondo accademico: dopo i lavori, classici ma datati, di Frank Walbank e Paul Pédech, oltre Moral Vision in the Histories of Polybius di Arthur M. Eckstein (London, 1995), che però giunge a conclusioni differenti sul ritratto di Filippo V, si segnalano anche i recenti volumi di Giuseppe Zecchini, Polibio. La solitudine dello storico (Roma, 2018) e di John Thornton, Polibio. Il politico e lo storico (Roma, 2020), e inoltre Craig Champion, Cultural Politics in Polybius's Histories, (Cambridge, 2004), Brian McGing, Polybius' Histories, (Oxford 2010), Nikos Miltsios, The Shaping of Narrative in Polybius, (Berlin/Boston 2013), Álvaro Moreno Leoni, Entre Roma y el Mundo Griego. Memoria, autorrepresentación y didáctica del poder en las Historias de Polibio (Córdoba, 2017).

Rispetto a tali studi, l'aspetto originale del presente volume è la scelta di concentrarsi su uno dei principali protagonisti delle Storie, Filippo V di Macedonia, partendo dalla convinzione che il valore delle testimonianze sul sovrano possa essere maggiormente apprezzato se messo in relazione con le strategie politiche, storiografiche e letterarie di Polibio. Nicholson per la prima volta prende infatti in considerazione passi dai primi libri fino al XXIII, collegando la narrazione degli ultimi anni del sovrano con il ricco e dettagliato racconto dei primi. Nonostante la frammentarietà del testo dopo il libro V, l'Autrice porta alla luce la linea narrativa sul sovrano costruita da Polibio, linea che attraversa i volumi delle Storie nell'intento di offrire al suo pubblico un caso di studio di condotta morale, dimostrando la coerenza della narrazione sul sovrano.

Lo studio presenta un'ambivalenza legata ai due protagonisti, Polibio e Filippo. L'Introduzione (1-43) affianca perciò alle cinque sezioni sullo storico il richiamo a biografia, stato fonti e stato della ricerca sul sovrano, che, benché piuttosto concisi, sono comunque necessari.

Le successive sei sezioni affrontano il rapporto di Polibio con la sua appartenenza alla Lega Achea, l'utilizzo di Filippo V come esempio di tiranno, la descrizione delle Storie delle relazioni tra Filippo V e i suoi alleati, la contrapposizione morale e politica di Filippo V con Roma, l'elemento tragico negli ultimi anni del sovrano, l'interconnessione tra la vicenda di Filippo V e quella degli altri sovrani ellenistici.

Il primo capitolo "Constructing Macedon and the World Through an Achaean Perspective" (27-58) mette al centro il legame di Polibio con il Peloponneso e la Lega Achea, soprattutto attraverso il rapporto con Arato di Sicione. Benché sia forse la parte meno originale del lavoro, questa sezione è necessaria e interessante perché mostra il pregiudizio che fin dall'origine influenza la genesi dell'opera di Polibio, pregiudizio legato all'esperienza personale e familiare dello storico.

Il secondo capitolo "The Darling of the Greeks Turns into a Tyrant" (59-100) prende le mosse da un noto ed efficace articolo della stessa Nicholson ("Philip V of Macedon, "Eromenos of the Greeks": A Note and Reassessment" Hermes 146, 2018: 241-55), ma lo sviluppa ulteriormente. Nicholson ha l'intuizione di partire da un'espressione "Eromenos dei Greci" che Polibio utilizza per definire Filippo nei primi anni di regno, per indagare la storicità della sua trasformazione da sovrano illuminato a tiranno nel 215 a.C.. Ci si concentra sui due episodi individuati da Polibio come trigger della metamorfosi dispotica: il sacco della capitale etolica Termo e l'intervento nella guerra civile di Messene. Secondo Nicholson, Polibio attribuisce un'esagerata importanza a questi due momenti, soprattutto a quello di Messene, presentandoli come esempi dell'evoluzione della regalità di Filippo in tirannide, quando invece si tratta piuttosto di momenti di cambiamento delle relazioni politiche tra Filippo e i Greci. Come nota Nicholson nelle conclusioni del capitolo (99), ponendo l'accento sul cambiamento di personalità invece che di strategia politica, Polibio pare voler difendere la vicinanza di Arato al sovrano agli occhi di un mondo oramai romano e giustificare il voltafaccia acheo nella seconda guerra macedonica.

Il terzo capitolo "Philip V and His Allies" (101-163) è estremamente originale e si auspica inauguri altri studi su un argomento finora trascurato. Nicholson dimostra che l'asserzione polibiana che Filippo V dopo Messene riservò ai suoi alleati un trattamento crudele e tirannico non è sostenuta dagli avvenimenti. Nonostante lo stato frammentario dei volumi delle Storie, pare che gli alleati greci abbiano avuto poco interesse ad abbandonare l'alleanza con la Macedonia, da cui ottennero supporto e protezione fino alla sconfitta da parte di Roma.

Il quarto capitolo "Philip and the Romans" (164-227) legge il rapporto tra i due attori politici attraverso i termini delle politiche culturali in atto durante l'espansione romana nel Mediterraneo Orientale. Polibio difende la scelta achea di schierarsi con Roma, portando il dibattito su un piano ideologico attraverso il ribaltamento dei criteri culturali e morali greci. Nelle Storie i Romani diventano portatori dei valori ellenici, e quindi amici dei Greci, mentre Filippo se ne allontana adottando valori barbarici e diventando il nemico della cultura ellenica. La sconfitta di Filippo è dunque per Polibio una sconfitta tanto militare e politica quanto morale e culturale di un tiranno che ha voltato le spalle agli ideali dei Greci.

Il quinto capitolo "A Tragic King" (228-266) si concentra sull'utilizzo da parte di Polibio di uno stile tragico nel descrivere gli ultimi anni di Filippo V. Nicholson ne indaga l'impatto sulla metodologia storica del Megalopolitano e sul genere della storiografia in generale, mostrando che l'uso di uno stile tragico non era rigettato da Polibio, ma era talvolta ritenuto utile alla sua storiografia.

Il sesto capitolo "Woven History, Woven Lives" (267-323) inserisce il ritratto di Filippo V all'interno del più ampio contesto delle altre linee narrative delle Storie. Molto interessante è l'importanza data al materiale biografico, valorizzato da Polibio come componente essenziale della storiografia politica. Filippo V è un efficace caso di personaggio storico presentato attraverso una ricostruzione biografica intrecciata con le vicende della storia universale: questa operazione non solo porta alla luce le più tragiche conseguenze delle azioni del sovrano, ma anche lo presenta come parte di un sistema più ampio. Originale inoltre l'ultima sezione dedicata allo studio comparativo tra la descrizione di Polibio della regalità e leadership di Filippo e quella di Alessandro, Filippo, Antigono Dosone, Tolemeo IV, Antioco, Annibale, Perseo ed Eumene. Filippo V è infatti solo uno dei casi di studio offerti dalle Storie e la sua linea narrativa è collegata alle altre dall'intento polibiano di dimostrare la negatività del potere monocratico.

Il volume è chiaro ed efficace nella struttura e nelle argomentazioni. Benché la natura storiografica dello studio sia preponderante soprattutto nella seconda parte (cap. 5 e 6), l'impatto sulla ricostruzione storica degli eventi di III e II secolo è significativo. Questo studio è dunque consigliato non solo agli esperti di storiografia politica, ma a chiunque si interessi all'espansione romana, sia dal punto di vista dell'Urbs sia da quello dei regni ellenistici. È davvero auspicabile che altri personaggi polibiani e/o liviani, come Antioco e Perseo, vengano sottoposti in futuro a simile analisi.

Monica D'Agostini